• Oligonucleotidi antisenso (ASO) ma anche terapia genica e altre molecole attualmente in fase di studio, alcune delle quali per somministrazione orale. Ne parla la dott.ssa Caterina Mariotti (Milano).

  • L’interruzione dello studio di Fase III Generation HD1 ha provocato uno scombussolamento nella Comunità Huntington ma da un fallimento possono giungere conoscenze importanti per ottenere nuovi futuri successi. Lo spiega Marco Pacifici (Roche).

  • Negli Stati Uniti è in corso uno studio clinico di Fase I/II che, se la sicurezza e la tollerabilità del prodotto saranno confermate, nel giro di alcuni anni potrebbe tradursi in una risposta concreta alla malattia.

  • L'analisi di sperimentazionicliniche.it pubblicata sul terzo rapporto OSSFOR (OSServatorio dei Farmaci ORfani). 

  • La Sindrome di Sjögren è una malattia infiammatoria sistemica e cronica, di carattere autoimmune di cui non sono ancora ben note le cause scatenanti. 

  • La malattia di Huntington (HD) è una patologia rara, di tipo ereditario e degenerativo, che causa movimenti continui e scoordinati, disturbi cognitivi e del comportamento, il cui esordio avviene intorno ai 40-50 anni. La trasmissione della malattia è ereditaria.

  • Roma – Le sindromi da iperaccrescimento sono un gruppo di malattie molto gravi e disabilitanti, che possono riguardare mani, braccia, gambe, piedi, volto o organi interni. Per trovare una terapia a queste rarissime malformazioni si sta puntando su un farmaco già utilizzato in ambito oncologico: il miransertib.

  • Il numero ridotto di pazienti affetti da patologie considerate rare determina la carenza o la mancanza di dati per poterle studiare approfonditamente. L’avanzamento nella ricerca può, però, essere facilitato da tecnologie basate sull’intelligenza artificiale in grado di creare dati sintetici. Il consorzio di centri di ricerca europei SYNTHEMA, in occasione del primo meeting che si è tenuto a Madrid durante le giornate del 15 e 16 dicembre, ha avviato i lavori che porteranno alla creazione di una di queste tecnologie che diventerà un supporto fondamentale alla ricerca clinica sulle malattie ematologiche rare.

    SYNTHEMA (Synthetic generation of hematological data over federated computing frameworks) ha ricevuto un finanziamento di 7 milioni di euro dalla Commissione Europea nell’ambito del programma Horizon Europe. Comprende 16 centri di ricerca dislocati in 10 paesi europei (Spagna, Italia, Austria, Regno Unito, Belgio, Olanda, Francia, Germania, Portogallo e Lussemburgo) che, per i prossimi 4 anni, uniranno le forze allo scopo di costruire un’infrastruttura capace di anonimizzare i dati reali e creare dati sintetici per accelerare la ricerca su malattie come l’anemia falciforme e la leucemia mieloide acuta.

    Creare dati sintetici significa estrarre dati reali dai sistemi informatici ospedalieri e riformularli per generare “pazienti virtuali” che non hanno più nessun legame giuridico con i pazienti che li hanno generati.

    “Il primo vantaggio dei dati sintetici sta nel fatto che possono essere cambiati, condivisi e utilizzati per scopi di ricerca senza dover sottostare alle norme sulla privacy."

    "Inoltre, grazie alla tecnologia basata sull’intelligenza artificiale che svilupperemo con SYNTHEMA si potranno integrare dati da fonti diverse come, per esempio, quelli provenienti da un database di dati clinici e uno di dati genetici o biologici” spiega Matteo Della Porta, ematologo presso Humanitas e responsabile dell’attività clinica del progetto SYNTHEMA.

    Così facendo si possono generare pazienti virtuali di grande qualità con un completo set di dati che spesso è difficile ottenere dai singoli pazienti.

    “I pazienti virtuali permettono anche di aumentare il numero di campioni nelle coorti degli studi clinici” continua Della Porta. “Se in uno studio clinico ho 100 pazienti, con questa tecnologia è possibile riuscire a generarne 500 usando gli stessi dati combinati in modo diverso.”

    Quest’ultimo passaggio è di particolare importanza per le malattie rare, nelle quali, la scarsità di pazienti e la frammentazione della loro distribuzione sul territorio, rende più difficile mettere insieme grandi quantità di partecipanti agli studi clinici e quindi ottenere grandi moli di dati, essenziali per generare evidenze scientifiche solide che aumentino la capacità diagnostica, le possibilità terapeutiche e migliorino gli outcome di malattia. 

    Con l’avvento degli studi sintetici (o in silico, gli studi clinici nei quali vengono utilizzati i dati sintetici), dove il braccio di controllo è costituito da pazienti virtuali, sarà possibile analizzare una quantità di informazioni maggiore rispetto a quanto sia mai stato fatto.

    “In questo modo non solo si riduce il numero di pazienti reali che partecipano allo studio ma anche le tempistiche del reclutamento che, trattandosi di malattie rare, sono spesso dilatate. Inoltre, si possono ridurre i costi della sperimentazione clinica e, per esempio, accelerare l’arrivo di un farmaco sul mercato” conclude Della Porta.

    Una tecnologia basata sull’intelligenza artificiale come quella che si prefigge di sviluppare SYNTHEMA, grazie alla capacità di generare pazienti virtuali partendo dai dati di pazienti in carne e ossa, diventerà un importante motore di accelerazione della ricerca clinica. Permetterà di ridurre le tempistiche dell’arrivo delle nuove scoperte della ricerca al letto del paziente, di ridurre i costi della ricerca e del prodotto finale, come un farmaco o un dispositivo medico, e creare percorsi di cura sempre più personalizzati sul paziente piuttosto che sulla malattia.

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