Lo studio ASPYRE-1 indaga le modalità di morte nell’Ipertensione polmonare arteriosa

Lo studio ASPYRE-1 indaga le modalità di morte nell’Ipertensione polmonare arteriosa

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Capire le modalità di morte può migliorare la stratificazione del rischio dei pazienti. Ancora attivo l’arruolamento nello studio.

ASPYRE-1 è uno studio clinico multicentrico e osservazionale promosso dall’associazione scientifica no-profit Italian Pulmonary Hypertension Network (iPHNET). L’obiettivo principale dello studio è identificare le modalità e i fattori di rischio di morte nei pazienti con ipertensione arteriosa polmonare (PAH).

L’ipertensione arteriosa polmonare è una malattia rara provocata da un forte rialzo della pressione nelle arterie polmonari, quelle che trasportano il sangue dal cuore ai polmoni. Questo rialzo provoca un sovraccarico del cuore, portando allo sviluppo di insufficienza ventricolare destra. La PAH è una malattia cronica, ad oggi incurabile. Tuttavia, sono disponibili numerose terapie che hanno lo scopo di controllare i sintomi della malattia e rallentarne la progressione. La prognosi è però sfavorevole nei pazienti con questa malattia, simile a quella di molti tumori avanzati. In tutto il mondo, si stima che tra le 130.000 e le 260.000 persone siano affette da ipertensione arteriosa polmonare. L'età media alla diagnosi è di 35 anni e ad esserne colpite sono perlopiù le donne. Identificare la PAH non è sempre semplice perché spesso i sintomi, che comprendono dispnea, affaticamento, dolore toracico e sincope, si confondono con quelli di altre patologie.

Attualmente si sa ancora poco sulle modalità di morte e sui fattori di rischio mortalità nei pazienti con ipertensione arteriosa polmonare. Lo studio ASPYRE-1 è stato disegnato proprio con questo intento. Ѐ iniziato il 21 luglio del 2020 e terminerà il 31agosto del 2022. Il reclutamento è ancora attivo e prevede l’arruolamento di circa 500 pazienti con un’età compresa tra i 18 e gli 85 anni e con diagnosi confermata di ipertensione polmonare arteriosa. Precedenti studi avevano evidenziato che fattori come l'elevata resistenza vascolare polmonare, il sesso maschile, l’età avanzata (> 60 anni) e la storia familiare di PAH potessero essere predittivi di mortalità a 1 anno. In aggiunta a questi, risultati preliminari di uno studio europeo in corso, suggeriscono che un basso indice di massa corporea è un importante fattore di rischio mortalità nei pazienti con PAH.

ASPYRE-1 è uno studio osservazionale, vale a dire che i ricercatori raccoglieranno i dati dei pazienti nel periodo di tempo selezionato per la sperimentazione, senza alcun intervento diretto. “L’obiettivo dello studio è quello di identificare le modalità di morte dei pazienti per ottimizzare la classificazione del rischio per gli stessi”, spiega il professore Roberto Badagliacca, medico chirurgo specialista in Cardiologia presso l’Azienda ospedaliera universitaria Policlinico Umberto, tra i responsabili della sperimentazione. “ASPYRE-1 è ancora in corso. Ad oggi, non sono ancora disponibili risultati preliminari, ma i vari centri hanno iniziato a raccogliere dati. In totale sono circa 25 i centri coinvolti”, continua il professore Badagliacca. “Quello che però possiamo già dire su ASPYRE-1 è che, oltre ad essere uno degli studi con più alto numero di pazienti arruolati, ha introdotto anche una novità nella raccolta dei dati che è l’imaging, che viene ottenuto attraverso ecocardiografia”.


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