Demenza fronto-temporale. Uno studio clinico per comprenderne meglio le cause

Demenza fronto-temporale. Uno studio clinico per comprenderne meglio le cause

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Un imponente banca dati e una fitta rete di professionisti di diversi Paesi d’Europa costituiranno l’ossatura di uno studio il cui principale obiettivo è studiare le mutazioni legate a una patologia che non è solo dell’anziano

Oltre al cancro, a produrre un impatto devastante sul piano individuale (ma anche sociale e sanitario) sono le demenze, un gruppo di patologie di cui fanno parte anche l’Alzheimer e la Huntington, nonché la demenza fronto-temporale. Mentre la malattia di Alzheimer colpisce in larga parte le persone al di sopra dei 65 anni, la demenza fronto-temporale si manifesta preferibilmente in individui di età inferiore a questa soglia. Non si conoscono esattamente le cause all’origine di una tale patologia che danneggia irrimediabilmente la memoria perciò è essenziale raccogliere tutte le informazioni utili e necessarie per scoprirle. È questo l’obiettivo dello studio clinico osservazionale EFRONT, promosso dall’azienda tedesca Centogene

In un comunicato stampa di qualche settimana fa i vertici dell’azienda, da anni impegnata nella ricerca nel settore delle patologie rare, hanno dato annuncio dell’arruolamento del primo paziente nello studio clinico EFRONT, un protocollo a cui hanno aderito diversi centri di ricerca in alcuni Paesi d’Europa che punta a far luce sulla prevalenza delle mutazioni genetiche responsabili dell’insorgenza nei pazienti della demenza fronto-temporale.Infatti, si sa che questa malattia presenta un’eziologia sia di tipo sporadico che ereditario: fino al 40% dei casi presentano una natura genetica e questo ha indotto i ricercatori ad approfondire i meccanismi scatenanti la patologia. Per tale ragione EFRONT - che ha ufficialmente preso il via ad inizio settembre 2021 e si concluderà a fine dicembre 2022 - prevede l’arruolamento di 4500 pazienti già in possesso di una diagnosi o con il sospetto di demenza fronto-temporale, ai quali saranno prelevati campioni di sangue su cui eseguire le analisi genetiche necessarie ad esplorare il significato delle varianti geniche coinvolte nell’insorgenza della patologia. Tutto ciò allo scopo di studiare potenziali nuovi bersagli terapeutici per lo sviluppo di farmaci in grado di cambiare il decorso della malattia. 

La società tedesca è riuscita a creare un’imponente piattaforma di analisi basata sui dati epidemiologici, fenotipici e genetici e ha organizzato una biobanca di campioni di sangue e di tessuto partire da circa 600 mila pazienti in oltre 120 paesi. Un tale organizzazione si configura come il punto di partenza ideale per migliorare la comprensione di malattie con una componente ereditaria come la demenza fronto-temporale. Obiettivo dello studio EFRONT è l’arruolamento di un ampia base di pazienti colpiti dalla malattia su cui eseguire una serie di test genetici che includono la ricerca di mutazioni del gene della progranulina (FTD-GRN). In seguito alla compromissione delle funzioni nervose superiori la demenza fronto-temporale (ma in generale tutte le manifestazioni del gruppo delle demenze) produce un impatto devastante sulla memoria nonché sulle funzionalità motorie e percettive che permettono lo svolgimento delle attività quotidiane e il controllo delle proprie reazioni emotive. Nonostante la caratterizzazione delle forme familiari abbia fornito interessanti evidenze circa le possibilità di una diagnosi in tempi rapidi, permangono molti motivi di incertezza e, allo stato attuale delle cose, la diagnosi può essere posta solo dopo un attento esame anamnestico e neurologico che metta in evidenza il deterioramento cronico cognitivo del malato. 

EFRONT si prefigura come uno studio fondamentale per l’approfondimento dell’origine genetica della demenza fronto-temporale e per la successiva messa in cantiere di potenziali trattamenti contro di essa. Infatti, i pazienti di EFRONT nei quali saranno riscontrate mutazioni a danno di FTD-GRN avranno la possibilità di essere arruolati nello studio clinico di Fase III INFRONT-3, promosso da Alector su AL001, una molecola sperimentale progettata per aumentare livelli di progranulina nel trattamento della demenza fronto-temporale e di altre malattie neurodegenerative. Tale trial clinico, condotto in doppio cieco e controllato con placebo, si propone di arruolare 180 pazienti ai quali sarà somministrato per via endovenosa il candidato terapeutico con cadenza mensile. Attualmente INFRONT-3 è in corso in 46 Paesi del mondo (fra cui l’Italia) e valuterà l’efficacia e la sicurezza della molecola in esame. 

Si stima che entro il 2050 le persone colpite da demenza potrebbero arrivare a quasi 140 milioni in tutto il mondo pertanto è necessario da un lato sviluppare nuovi strumenti e tecnologie che ne favoriscano la diagnosi precoce, dall’altro occorre impegnarsi in una sempre migliore comprensione della malattia. Solo così si potrà giungere all’identificazione di un possibile nuovo trattamento che porti benefici a migliaia di persone colpite dalla malattia e ai loro familiari che potrebbero essere a rischio di svilupparla.

 

LISTA DEI CENTRI CLINICI ITALIANI IN CUI SI SVOLGE LO STUDIO INFRONT-3

Nuovo Ospedale Civile S. Agostino-Estense di Baggiovara - Baggiovara 
ASST degli Spedali Civili di Brescia - Spedali Civili di Brescia - Brescia
IRCCS - Centro S. Giovanni di Dio Fatebenefratelli - Brescia
Fondazione IRCCS Cà Granda Ospedale Maggiore Policlinico - Milano
Fondazione IRCCS Di Rilievo Nazionale Istituto Nazionale Neurologico Carlo Besta - Milano
PIA Fondazione Panico - Tricase

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