TAG72 è il bersaglio d’eccellenza per colpire i tumori solidi, essendo il più presente: una strategia per colpirlo ha dato buoni risultati nei test preclinici e ora è iniziata la sperimentazione clinica
I tumori solidi sono da sempre il cruccio delle terapie a base di CAR-T, già approvate per diverse forme di tumori che colpiscono il sangue ma che ancora non sono riuscite a dimostrarsi efficaci per quelli che coinvolgono i tessuti. Un recente studio preclinico ha testato con successo l’efficacia di una terapia con cellule CAR-T contro il cancro ovarico. Oltre alla pubblicazione su Nature Communications, è stato avviato uno studio clinico di Fase I che ha l’obiettivo di verificare sicurezza ed efficacia dell’approccio che mira a TAG72.
Gli ostacoli allo sviluppo di una terapia CAR-T per i tumori solidi sono diversi: raggiungere la sede del tumore non è facile, sopravvivere e persistere a lungo per espletare la propria funzione. Superarli permetterà di sviluppare un trattamento efficace e, anche se ancora non è possibile farlo, i progressi iniziano a vedersi. In questo caso, le cellule T vengono ingegnerizzate per esprimere un recettore chimerico in grado di riconoscere e legare la glicoproteina 72 associata al tumore (TAG72), un bersaglio presente sulla superficie delle cellule del cancro ovarico. Infatti, le cellule T TAG72-specifiche possono aiutare il sistema immunitario dell'organismo a identificare e uccidere le cellule tumorali TAG72+.
Lo studio clinico di Fase I - condotto sempre presso il City of Hope da Lorna Rodriguez-Rodriguez della Divisione di Oncologia Ginecologica, Dipartimento di Chirurgia - prevede di coinvolgere 33 donne adulte con cancro ovarico epiteliale avanzato che hanno già ricevuto chemioterapia a base di platino. Si stima che lo studio, per cui il reclutamento è iniziato da poco, si concluda nel 2027. Oltre a sicurezza ed efficacia, gli altri punti di interesse sono l’identificazione di eventuali effetti collaterali e l’identificazione della dose necessaria ad avere l’effetto previsto.