Intervista a Carlo Petrini, presidente del CCNCE e del Comitato Etico dell’Istituto Superiore di Sanità e membro del Comitato Scientifico di Osservatorio Trial.
Si è costituito il nuovo Centro di Coordinamento Nazionale dei Comitati Etici (CCNCE), organismo istituito per la prima volta nel 2018 presso l’Agenzia italiana del farmaco e, ogni tre anni, rinnovato nei suoi quindici membri dal Ministero della Salute. A presiederlo fino al 2024 sarà Carlo Petrini, direttore dell’Unità di Bioetica e presidente del Comitato Etico dell’Istituto Superiore di Sanità.
“Il principale ruolo del centro è supportare e organizzare i comitati etici nazionali nella valutazione delle sperimentazioni cliniche sui medicinali e i dispositivi medici” spiega Petrini.
“Un ruolo particolarmente importante in questo periodo dato che da gennaio 2022 sarà applicato il nuovo regolamento europeo sulla sperimentazione clinica, che prevede misure di autorizzazione più rigide e rapide, a cui i comitati etici dovranno uniformarsi per non perdere attrattività nella ricerca in Europa”.
Il compito di un comitato etico
I comitati etici valutano gli studi scientifici che vengono svolti per verificare l’efficacia di un farmaco o un dispositivo medico, sia a scopo di lucro che non. Nello specifico, monitorano aspetti scientifici ed etici per garantire la sicurezza, i diritti e il benessere delle persone che vengono coinvolte. “Il primo requisito etico di una sperimentazione clinica è la sua validità scientifica, cioè che sia svolto con un metodo riconosciuto” continua il presidente. “Poi è importante che uno studio abbia valore, ossia che sia utile alla salute e al benessere dei pazienti e della popolazione. Altri requisiti, infine, sono: un adeguato rapporto rischi-benefici, l’equità nella selezione dei partecipanti, il rispetto delle persone e dei loro dati, la giustizia nell’accesso”.
I comitati etici in Italia
Attualmente in Italia ci sono circa 80-90 comitati etici (un numero più alto rispetto alla media europea), ma la legge del 2018 che ha istituito il Centro di coordinamento aveva previsto anche un loro dimezzamento. “C’è stato un dibattito su questo punto, dato che secondo la normativa devono diventare 40, e deve essercene almeno uno per Regione, ma per ora questo passaggio non si è ancora verificato a causa di una serie di ostacoli” spiega Petrini. “Tuttavia il numero è previsto dalla legge. Quindi, a meno che non venga adottato un intervento di pari rango, prossimamente dovranno essere istituiti. Non sono particolarmente risoluto sulla necessità di ridurre i comitati etici: per me l’importante è che funzionino bene e che siano in grado di svolgere con efficacia ogni valutazione”.
I componenti del Centro di coordinamento
Dei quindici componenti del Centro di coordinamento, due sono stati indicati dalla conferenza Stato-Regioni e delle Province autonome e tre dalle associazioni dei pazienti più rappresentative a livello nazionale (nello specifico Uniamo, la federazione delle persone con malattie rare; Cittadinanzattiva, organizzazione che promuove i diritti delle persone deboli, e Fiagop, che riunisce i genitori dei bambini con patologie oncologiche). Gli altri dieci membri, tra cui il presidente e il vicepresidente (Gianni Tognoni, che presiede il comitato etico di Milano Bicocca) sono stati scelti direttamente dal ministro della Salute.
Componenti nominati:
- Carlo Maria Petrini (Presidente)
- Gianni Tognoni (Vicepresidente)
- Maria Luisa Moro
- Giuseppe Remuzzi
- Maria Platter
- Tommasina Iorno
- Angelo Ricci
- Giovanni Barosi
- Paolo Bruzzi
- Mario Guerrieri
- Agostino Migone De Amicis
- Renzo Pegoraro
- Patrizia Popoli
- Franco Rossi
- Antonella Eliana Sorgente
Componenti di diritto:
- Il Presidente del Comitato nazionale per la bioetica
- Il Presidente del Comitato nazionale per la biosicurezza, le biotecnologie e le scienze della vita
- Il Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità